Questi bignè sono particolarmente indicati in occasione di pranzi o cenoni festivi non solo perché possono essere somministrati anche agli ospiti più scettici e oppositivi senza che essi sospettino la benché minima traccia di farine prive di glutine e latti privi di latte, ma anche perché possono essere comodamente preparati in anticipo, anzi, devono essere preparati in anticipo.
Consiglio di farcirli e lasciarli riposare in frigorifero almeno 12 ore prima di servirli. La cosa migliore sarebbe prepararli per tappe, così da ottenere la massima resa con il minimo sforzo: potete fare la crema pasticcera la mattina prima, poi lasciarla in frigorifero alcune ore e nel corso della giornata preparare i bignè (potete fare queste due cose 2 giorni prima del giorno x). Il giorno successivo (o la sera stessa) potete farcirei bignè e lasciarli in frigorifero fino al momento di fare la guarnizione finale e servirli. In frigorifero si conservano 2-3 giorni (a seconda di quanto prima avete fatto la crema). Ingredienti: 25 bignè con farina di riso e burro di soia (vedi ricetta qui) 500 ml di latte di soia o riso (se si usa il riso si vedano note sotto) 4 tuorli 70 g di zucchero integrale di canna 10 g di amido di mais 2 cucchiai di cacao amaro in polvere 2-3 noci tritate per decorare Scorza di mezzo limone Scorza di mezza arancia Preparazione: Preparare prima la crema bianca (utilizzare solo metà delle dosi degli ingredienti): Scaldare 250 g di latte di soia, senza farlo bollire. A parte sbattere leggermente 2 tuorli con 5 g di amido di mais e 35 g di zucchero di canna. Versare il latte caldo sul composto appena ottenuto e mescolare bene, poi rimettere tutto nel pentolino, aggiungere la scorza di limone grattugiata e cuocere a fiamma bassa, sempre mescolando. Quando la crema inizia a sobbollire, proseguire la cottura per altri 2 - 3 minuti. Togliere dal fuoco e far raffreddare a bagnomaria freddo, mescolando di tanto in tanto perché non si formi la pellicola. Conservare in frigorifero fino al momento dell’utilizzo. Per la crema al cioccolato: Stemperare in un pentolino 250 g di latte di soia (aggiungete ancora una tazzina da caffè di latte perché il cacao tende ad asciugare un po’) con il cacao in polvere, poi scaldarli senza farli bollire. A parte sbattere leggermente 2 tuorli con 5 g di amido di mais, 35 g di zucchero di canna e la scorza di arancia grattugiata. Procedere come per la crema bianca. Mentre le due creme riposano nel frigorifero potete preparare i bignè: vedi ricetta. Quando sia i bignè sia le creme saranno freddi, farcirne metà con la crema bianca e metà con la crema al cioccolato, lasciando da parte un po’ di crema per la decorazione finale. Poco prima di servirli mettere poca crema sulla cima dei bignè e completare con della granella di noci. In alternativa, per aggiungere un po’ di croccantezza, invece della crema potete decorare con del cioccolato fondente fuso, sul quale mettere una granella di noci, nocciole, mandorle, pistacchi oppure cocco rapè o qualunque cosa stuzzichi la vostra fantasia. In tal caso mettete di nuovo in frigorifero prima di servire in modo che il cioccolato abbia il tempo di solidificarsi. Togliere dal frigo una ventina di minuti prima di servire in modo che non siano troppo freddi. Note: - Se utilizzate il latte di riso mettete 15 g di amido di mais (invece di 5 g)per 250 ml di latte ,perché se no la crema resta troppo liquida. Con questa piccola accortezza il risultato sarà quasi uguale a quello ottenuto con il latte di soia. - Se utilizzate il latte di soia o di riso alla vaniglia la crema bianca risulterà già buona, senza dover aggiungere altro; se utilizzate un latte non aromatizzato assaggiate la crema e, se necessario, aggiungete altro zucchero, altra scorza di agrumi o mettete mezza stecca di vaniglia quando scaldate il latte. La crema al cioccolato, se vi piace abbastanza amara, richiede invece un latte non aromatizzato. - Attenzione alle marche di latte vegetale che scegliete perché non tutte sono sufficientemente buone da essere utilizzate per una crema pasticcera. Come latte di riso consiglio la marca Isolabio oppure Rice & Rice, per il latte di soia senza dubbio il Provamel alla vaniglia; se volete delle indicazioni più precise in proposito guardate qui. Premetto che in commercio si trovano tutti i tipi di panne vegetali: riso, soia, mandorla, miglio, cocco..però a parer mio sono un po’ troppo care e non sempre la spesa è proporzionale alla qualità. Visto che farla in casa richiede non più di dieci minuti, suggerisco a tutti di optare per la versione casalinga, più economica oltre che, generalmente, più buona.
Riporto la ricetta nel modo più generico possibile, perché si può ottenere una buona panna da cucina utilizzando diversi tipi di latte vegetali e diversi tipi di olio. Faccio però alcune precisazioni in modo che ognuno possa scegliere quella più adatto al suo gusto. Per quanto riguarda il tipo di latte da utilizzare: LATTE DI RISO: la panna ottenuta va bene per timballi, vellutate e torte salate, ma ne sconsiglio l’utilizzo a crudo perché per quanto si possa salare, pepare, speziare, conserva sempre un retrogusto dolciastro, che rende necessario mescolarla con altri ingredienti e ‘camuffarla’ in piatti un po’ elaborati. È particolarmente adatta per piatti a base di carciofi, perché ha un retrogusto che li ricorda vagamente. Consiglio in ogni caso di scegliere accuratamente la marca di latte in modo da preferire un latte di riso che non sia troppo dolce e che abbia un’alta percentuale di riso (se no viene troppo acquosa). LATTE DI SOIA: La panna ottenuta ha un’ottima consistenza e un sapore più neutro di quella di riso, tuttavia se non gradite particolarmente quel retrogusto un po’ ‘fagioloso’ della soia, vi suggerisco di privilegiarne l’utilizzo in piatti cotti e non a crudo. Anche qui prestate attenzione alle marche da utilizzare perché se il latte di soia da cui partite non ha un buon sapore anche la panna ricavata non sarà il massimo. Io utilizzo in genere il latte Viviverde Coop o il Sojasun, ma vanno molto bene anche il Provamel (più caro degli altri due) e varie altre marche che trovate nei negozi biologici; evitate quello di marca Carrefour che ha un sapore poco indicato. LATTE DI MANDORLA: è indubbiamente il migliore, perché, contrariamente a ciò che comunemente si pensa, è il meno dolce di tutti. Fate attenzione perché in commercio si trova per lo più latte di mandorla dolcificato, mentre voi dovete comprarne uno che non contenga zucchero, agave, stevia ecc. La consistenza è ottima, il gusto anche perciò si può utilizzare anche a crudo, per arricchire i condimenti della pasta. L’ho servito e riservito a ospiti abituati alla panna vaccina e non hanno battuto ciglio, anzi, hanno fatto sempre i complimenti! Unico lato negativo: in cottura tende a scindersi un po’ e a cacciare fuori l’olio..il sapore è comunque delizioso e il condimento resta ben inumidito, però è consigliabile aggiungere la panna per ultima, a fuoco spento, così che anche l’aspetto sia vagamente delizioso. Come marca è ottimo il latte di mandorla della Provamel (attenzione a prendere quello naturale perché questa marca fa due tipi di latte di mandorla, uno dolcificato e uno no). Io, dopo vari esperimenti, ho scelto di utilizzare principalmente il latte di mandorla..costa un po’ di più, ma la panna non è un alimento di uso quotidiano, perciò per quelle rare volte in cui si utilizza il risultato vale la spesa. Fate anche voi le vostre prove e scegliete il latte più adatto ai vostri gusti e all’uso che ne fate, perché la mia lunga e sbrodolante premessa è in ogni caso soggettiva. Per quanto riguarda l’olio: Personalmente, fra tutti, preferisco l’olio di riso, perché ha un gusto più neutro. Talvolta invece faccio un mix di olio di semi di girasole e olio di mais. Attenzione all’olio di girasole spremuto a freddo perché è indubbiamente più salutare, ma lascia un sapore molto amaro che il latte non riesce a contrastare. Se utilizzate olio evo il gusto della panna ne risentirà, giudicate voi se in meglio o in peggio; è molto indicato nella panna di riso per mascherare il dolciastro del latte. Scusate la lunga e dettagliata premessa, ecco la ricetta.. Ingredienti: 1 bicchiere di latte vegetale non zuccherato (230 g circa) 1 bicchiere e mezzo di olio di riso o di semi (circa 200 g) Sale, pepe, noce moscata. Preparazione: Mettere il latte e il sale in un contenitore alto (e abbastanza capiente) e frullare con il mixer a immersione, aggiungendo l’olio a filo poco per volta. Quando l’olio sarà terminato, emulsionare con il mixer ancora un minuto. Non preoccupatevi se dovesse rimanere un po’ liquida, perché riposando in frigorifero diventa più consistente. Completare con una grattata di pepe e noce moscata. In frigorifero, chiusa in un barattolo di vetro, si conserva 2-3 giorni. Osservazioni: - Seguendo queste dosi la quantità di panna ottenuta è abbondante, perciò se state preparando una cena per 15 persone va bene, nella vita quotidiana meglio dimezzarle. - La quantità di olio da utilizzare può essere ridotta a 1 solo bicchiere (ovvero pari quantità di olio e latte) se volete ottenere una panna più leggera. Io in genere faccio la versione più light, ma anche in questo caso il modo migliore per decidere quali dosi seguire è fare delle prove e scegliere come la preferite. La foto non è sicuramente da manuale, ma la metto qui in fondo per dare una vaga idea di come venga..questa è fatta con il latte di soia, ma quella fatta con il latte di mandorla è similare. Non appena il profumo di Natale inizia ad avvertirsi debole nell’aria, a casa mia parte quella puerile agitazione fatta di impazienza e voglia di darsi da fare; così ogni momento libero è buono per preparare biscotti, sfogliare ricettare per decidere il menù del gran giorno, creare addobbi e regali fai da me per amici e parenti. In uno di questi attimi di frenesia ho prodotto questi decori natalizi, che mi hanno gratificata non solo perché nel farli mi sono divertita, ma anche perché per produrli non ho speso un centesimo e in più ho dato nuova vita a materiali che altrimenti sarebbero finiti nella spazzatura..nel cassonetto della differenziata, ma pur sempre nel cassonetto! Ho fatto dei decori molto semplici, perché non li ho premeditati, sono nati spontaneamente, in un attimo di pausa tra un impegno e l’altro..ma se avete voglia e tempo di progettarli un po’ meglio potrete davvero fare delle bellissime decorazioni, anche molto articolate. I materiali di cui avete bisogno sono davvero pochi, a costo zero e si prestano ad essere lavorati con assoluta facilità e rapidità (la rapidità dipenderà dai quanto sarete ossessivi!), perciò, se avete dei bambini, potrebbe essere carino prepararli insieme. Cosa occorre: Rotoli di carta igienica o carta da cucina Colori acrilici o tempere Cordini o fili per appenderli Colla a caldo o colla vinilica Come si fanno: Per iniziare appiattite i rotoli di carta igienica schiacciandoli con le mani, poi ritagliate tanti pezzi dello spessore di circa 5 mm (di più o di meno a seconda di quello che volete fare). Le striscioline ottenute avranno più o meno la forma di una foglia: potete utilizzarle così, per creare petali di fiori, fiocchi di neve e ghirlande, oppure potete dare loro altre forme (cerchio, quadrato, rettangolo, goccia, occhio,…), se volete creare delle figure più articolate, come un pupazzo di neve. Potete poi tagliarli in striscioline più piccole per ricavare i dettagli (come la scopa del pupazzo di neve) o potete ottenere delle forme più grandi incollando più strisce tra loro (come la pancia del pupazzo di neve). Potrete lasciare le striscioline del loro colore naturale e ravvivare poi la decorazione con fiocchi o nastrini colorati, oppure potete dipingerle con i colori acrilici (vanno bene anche le tempere, ma sono meglio gli acrilici perché sono più coprenti). Se volete che la vostra decorazione abbia un colore uniforme e ben distribuito, vi consiglio di colorare i singoli pezzi prima di assemblarli, così da non rischiare di lasciare degli spazi bianchi in corrispondenza delle giunture. Una volta colorati e asciutti (asciugano subito!) schiacciate e, se non l’avete fatto prima, modellate i cerchi di carta igienica per ottenere le forme che vi servono e procedete con l’assemblaggio. Io ho utilizzato la colla a caldo, perché è il metodo più comodo e rapido, ma se avete un po’ di pazienza potete anche usare la colla vinilica, considerando che però richiede un certo tempo di asciugatura. Come ultima cosa potete aggiungere qualche dettaglio servendovi dei materiali più vari..io per restare in tema ho utilizzato vecchi ritagli di carta, colorata, per fare i pistilli delle stelle di natale e bianca (da un lato perché il retro era stampato) per il pellicciotto del Grinch. Come ultima cosa aggiungete il cordino per appenderli; a questo scopo sono ottimi i cordini di raso che si trovano all’interno delle maglio, quelli che servono per non farle scivolare dagli attaccapanni, altrimenti va bene qualunque altro cordino di stoffa, spago, rafia e via dicendo.. Questo post vuole essere solo un piccolo spunto, per mostrare come materiali poveri e apparentemente inutili contengano in realtà una loro ricchezza..le possibilità di utilizzo sono molteplici e vanno da cose ancora più semplice a vere e proprie architetture..spero di riuscire presto a fare altri esperimenti e postarli, nel frattempo sperimentate voi stessi! A parte le stelle di natale, che sono la cosa più facile e immediata, perfette da fare se lavorate con dei bambini, aggiungo altre due foto di figure un po’ più complesse: il pupazzo di neve.. ..e il Grinch.. ..mi rendo conto che forse non è proprio somigliante e che per capire che si tratta del Grinch occorra un po' di immaginazione..ma l’ho fatto guidata dall’affetto e non dalla verosimiglianza! Se avete un albero di Natale particolarmente pacchiano, come il mio, potreste appendere queste decorazioni all'albero, se invece prediligete alberelli più minimal, potete appenderle alle pareti o sulle porte..io ho messo le stelle di natale e il pupazzo di neve sull'albero, mentre ho riservato al discutibile Grinch un posto di spicco sulla parete bianca della cucina! Qualche piccolo suggerimento ve l'ho dato, ora non vi resta che dare libero sfogo alla fantasia (credo in questo caso per l'allievo non sarà difficile superare il maestro!!)..buon divertimento e Buon Natale!
Il Natale non è un vero Natale senza quel tappeto di pacchetti ammassati sotto l’albero! Nonostante la mia predilezione per il risparmio, il rispetto dell’ambiente e la salvaguardia della natura, mi rendo conto che un regalo, senza una buona quantità di carta che lo avvolge, non è bello uguale.. Tuttavia tra il non impacchettare affatto e il disboscare una foresta per avvolgerci i nostri regali natalizi c’è una perfetta via di mezzo: confezionare pacchetti con carta riciclata. Questo permette in primo luogo di risparmiare soldi (la carta da regalo in genere è abbastanza costosa) e, cosa non meno importante, di risparmiare qualche piccolo tormento alla nostra coscienza: faremo dei pacchetti ugualmente belli, ma senza infierire troppo sul nostro ambiente! In più è un bel modo per stimolare l’ingegno e liberare la creatività, perché potrete sbizzarrirvi con diversi tipi di carta da utilizzare, di nastri, nastrini, fiori, foglie, fiocchetti e fiocchettini.. Prima di cominciare vorrei chiedere scusa per la scarsissima qualità delle foto, alcune fatte addirittura con un cellulare..appena possibile ne farò di nuove e le sostituirò! Allora..come carta io prediligo la carta di giornale (che in genere rubo dal cestino condominiale della carta!!), perché mi posso divertire a scegliere le pagine più adatte per ogni persona: per qualcuno è la pagina del cinema, per altri quella della musica, dell’enigmistica, dell’oroscopo, dello sport o una pubblicità particolarmente azzeccata..insomma, permette di personalizzare un po’ il pacchetto. Se avete una spiccata dote artistica potete usare il retro di vecchi fogli stampati e decorarla con scritte o disegni. Ottimi sono anche i sacchetti di carta, a cui magari si sono rotti i manici; sono molto resistenti e adatti anche a regali particolarmente pesanti o spigolosi. Questo pacchetto, per esempio, è fatto con un sacchetto del Simply..unico problema: su carta così grezza lo scotch non attacca bene e si nota tanto, perciò meglio chiuderli col solo utilizzo del cordino. Potete poi usare vecchie riviste di cucina, depliant pubblicitari, la carta delle uova di pasqua (se vi ricordate di conservarla!) e tutti i supporti cartacei che vi capitano sotto mano (il pacchetto qui sotto, quello arancione, è fatto con il manifesto di una festa patronale di paese)..insomma, quando state per buttare un pezzo di carta nel cestino della differenziata esitate un secondo e pensate ‘prima di buttarlo posso impacchettarci qualcosa????’ Come cordino per chiudere secondo me il migliore è lo spago, oppure quei nastri di stoffa o raso che si trovano in genere a chiusura di confezioni un po’ sciccose di cioccolatini, cestini gastronomici e così via..il grande pregio di questi nastri è che si possono riutilizzare all’infinito..certo, chiedere indietro lo spago del pacchetto al destinatario del regalo potrebbe non essere molto fine, ma se il pacchetto viene aperto davanti a voi, in un momento di distrazione, potete recuperarlo con non calance e infilarlo nella borsetta! Anche la rafia permette di ottenere dei bellissimi pacchetti, un po’ country, economici e a basso impatto ambientale. Come decoro finale in genere utilizzo pigne, legnetti, spighe, fiori finti di vecchi pacchetti che riutilizzo da anni, cordini di stoffa per fare dei fiocchi e così via. Come cordini sono ottimi quelli che si trovano all’interno delle maglie per non farli scivolare dagli attaccapanni: se in genere piegate le maglie negli armadi invece di appenderle, tagliate via i cordini (che tra l’altro se restano attaccati danno abbastanza fastidio!) e metteteli da parte. Per incollare tutte queste cose potrebbe essere utile munirvi di colla a caldo, ma se siete abili potete fissare tutto semplicemente con dei cordini, senza bisogno di usare colla o scotch. Come tocco finale a volte fermo gli estremi dei cordini con degli adesivi di varie forme e colori..è un buon modo per utilizzare tutti quegli stickers che mi regalavano da bambina e non ho ancora finito, oppure quelli che a volte mandano a casa le onlus nel periodo natalizio, come le farfalline e il cuoricino delle foto qui sotto: Se per le festività vi piace regalare biglietti per spettacoli teatrali, concerti o mostre, potete creare sempre con la carta una graziosa busta per dare ancora più valore al vostro regalo. La busta qui sotto non è fatta completamente con materiali riciclati, perché la parte più grande è un semplice foglio F4..un’imperdonabile distrazione! Voi cercate di essere più ecologici e utilizzate possibilmente carta di scarto.. Le parti colorate sono pezzetti di cartoncino (presi da scatole di biscotti, cereali, ecc) ricoperti con dei ritagli di carta di riso, incollati tra loro con la colla a caldo. Sulla cima c’è un bottone trovato in vecchie scatole del cucito delle nonne e fra i cerchi colorati e la busta, incollate un piccolo bottone per fare spessore. Ho incollato sul retro dello spago (ricoprendo con un sottile pezzetti di sughero il punto in cui ho messo la colla), che serve a chiudere la busta e ho completato con un pezzetto di tappo di sughero, tagliato a semicerchio, per fermare l’estremità dello spago. Le possibilità di creare buste e confezioni con materiali poveri sono tantissime, trovate la vostra variante per arricchire di un tocco personale il vostro regalo..un libro non si dovrebbe mai giudicare dalla copertina, ma un regalo, secondo me, è più bello se già da fuori rivela tutto l'impegno e l'attenzione che hanno suscitato!
Per Natale mi sarebbe piaciuto fare un post più completo e articolato, con un menù celiaco dalla A alla Z, ma purtroppo a ostacolarmi è intervenuta quella brutta cosa chiamata ‘frenetica e delirante vita quotidiana’, con l’aggravante di una buona dose di impegni pre-natalizi! Nel coltivare la vana speranza di riuscire a pubblicare almeno un altro paio di ricette prima del 24 dicembre, posto come prima (e forse unica!) ricetta questa ciambella di pizza, perché è talmente buona che mi auguro davvero che vorrete provarla. Per quanto mi riguarda è un po’ il mio cavallo di battaglia: la faccio come antipasto se ho ospiti a cena, la porto a casa degli amici quando organizziamo dei buffet, la preparo a casa da sola se non ho ospiti o buffet in vista perché è davvero buonissima!! Servire un antipasto a base di pizza potrebbe sembrare poco elegante per un pranzo di Natale, ma il fatto che si possa servire in piccole fette e che abbia una gradevole forma a spirale, lo nobilita e lo rende all’altezza della più raffinate ed elaborate quiche. Insomma, se state cercando idee per inserire nel vostro menù un antipasto sostanzioso, ma comunque digeribile e leggero, questo è quello che fa per voi..vi garantisco che piacerà ai celiaci tanto quanto ai ‘normo-mangianti’ (che faranno fatica a credere si tratti di pizza senza glutine!). Ingredienti: 400 g di mix per pizza Nutrifree 35 g di farina di riso 35 g di farina di quinoa (oppure pari quantità di farina di riso) 20 g di olio evo 12 g di lievito di birra fresco Semi di sesamo, semi di papavero 4 zucchine Patè di olive taggiasche (o di pomodori secchi, a scelta) Timo, sale Preparazione: Se volete potete grigliare le zucchine il giorno prima, così da avere tutti gli ingredienti pronti. In una terrina mescolare le farine. Sciogliere il lievito di birra nell’acqua (a temperatura ambiente) e mescolare bene con un cucchiaio. Aggiungere, poco per volta, l’acqua alle farine e impastare. Quando tutti i grumi saranno sciolti aggiungere l’olio e impastare ancora. Aggiungere il sale e impastare fino a ottenere una palla. Mettere a lievitare 1 ora avvolgendo la terrina con uno strofinaccio bagnato e riponendola al riparo da correnti d’aria (io la metto nel forno spento). Se non avete provveduto a grigliare le zucchine precedentemente, approfittate del tempo di lievitazione dell'impasto per farlo: lavare le zucchine, tagliarle a fette sottili e grigliarle da entrambi i lati. Poi mettere da parte e lasciare raffreddare. Trascorso questo tempo stendere l’impasto su un foglio di carta forno abbondantemente infarinato (con farina finissima di mais o riso) e, con l’aiuto di un mattarello, ottenere un rettangolo (con la base più lunga dell’altezza) dello spessore di 5 mm circa; tipo questo: Stendere sulla pasta uno strato sottile di paté di olive o di pomodori secchi (qui nella foto al suo posto c'è un formaggio veg), ricoprire con uno strato di zucchine grigliate e cospargere di timo. Arrotolare dal lato lungo fino a ottenere un rotolo. Ripiegarlo a ciambella, chiudere fra loro le due estremità e mettere in una teglia dai bordi altri ricoperta di carta forno. Fare delle incisioni abbastanza profonde su tutta la lunghezza e mettere a lievitare altri 30 minuti. Spennellare con acqua e olio, ricoprire con semi di sesamo e papavero e cuocere a 200° per 30 minuti. Servire tiepido. Osservazioni: - La farina di quinoa è facoltativa, io se posso la metto perché dà un tocco in più, ma se preferite non comprarla (anche perché costa abbastanza) potete mettere al suo posto altri 35 g di farina di riso, oppure altre farine senza glutine di vostro gradimento: riso integrale, grano saraceno, amaranto, teff, sorgo..la lista è lunga! - La scelta di utilizzare il paté di olive è stata dettata non solo dalla golosità, ma anche dalla necessità di trovare un ingrediente che rendesse il ripieno umido e gli impedisse di seccare, ruolo solitamente ricoperto dai formaggi. Se non avete alcun problema, fisico o etico, con i latticini potete utilizzare dei formaggi vaccini cremosi, come la crescenza. Se avete voglia di preparare in casa una crescenza veg con latte vegetale, potrete ottenere quella cremosità che il paté di olive non dà. Questa ciambella, per esempio, è fatta con uno stracchino di latte di mandorla (e prosciutto, perché ai tempi ero ancora onnivora): Potete sperimentare tanti altri ripieni a base di verdure, lasciando però sempre un elemento ‘umido’ come un paté di olive nere o verdi, un paté di pomodori secchi, una crema frullata di verdure e così via.
Allo stesso modo potete cambiare i tipi di farine nell’impasto o i tipi di semini in superficie..quello che mi interessava era lanciarvi uno spunto per servire la pizza con originalità e anche un briciolo di raffinatezza, per il resto libero arbitrio a tutti i vostri esperimenti vegetariani, vegani, glutinosi, latticinosi, marziani.. In questi primi giorni di dicembre le città iniziano a colorarsi di luci natalizie, le vetrine dei negozi fanno a gara per sfoggiare la decorazione più bella, per le strade compaiono Babbi Natali di ogni colore, genere e marchio pubblicitario..e il mio stomaco chiede a gran voce gli Omini pan di zenzero! Oltre ad allietare la, purtroppo, spesso, stressante e frenetica corsa al Natale, questi biscotti potrebbero costituire una buona idea regalo per confezionare doni poco costosi, ma allo stesso tempo molto apprezzati, anche perché prova tangibile della vostra cura e del vostro impegno. Potrebbe essere carino preparali un po’ prima di Natale per utilizzarli come decorazione dell’albero..oltre a decorarlo lo arricchiranno di un profumo irresistibile! Unica avvertenza prima di darvi la ricetta: l’impasto richiede 12 ore di riposo, perciò è consigliabile prepararlo la sera prima e lasciarlo riposare durante la notte. Ingredienti: (40-50 biscotti) 300 g di miele millefiori 50 g di olio di riso (o girasole) 50 g di zucchero integrale di canna 1 uovo 240 g di mix dolci Nutrifree (oppure 80 g di farina di riso, 80 g di amido di mais, 80 g di fecola di patate) 120 g di farina di mais finissima 120 g di farina di grano saraceno 2 cucchiai di cacao amaro in polvere 40 g di noci 6 g di bicarbonato 70 g di latte di riso (o soia) Scorza di 1 limone Scorza di 1 arancia 1 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere 2 cucchiaini di cannella 1 cucchiaino di noce moscata 1 cucchiaino di zenzero in polvere 1 cucchiaino di coriandolo in polvere 3-4 cucchiai di sciroppo d'acero (facoltativo) Per la copertura: 100 g di cioccolato fondente Per la glassa: 75 g di zucchero a velo 15 g di albume 4-5 gocce di limone Preparazione: Sciogliere a bagnomaria il miele e, quando sarà sciolto, aggiungere l’olio e lo sciroppo d'acero e mescolare. Sbattere l’uovo con lo zucchero di canna, poi aggiungere il cacao, le spezie, le scorze di limone e di arancia grattugiate. Quando olio e miele si saranno intiepiditi, unirli al resto e mescolare. Aggiungere le noci tritate grossolanamente e, infine, le farine setacciate. Sciogliere il bicarbonato nel latte di riso e unirlo al resto. Mescolare fino a ottenere un composto omogeneo (e abbastanza liquido). Coprire la ciotola con un piatto e fare riposare 12 ore al riparo da correnti d’aria (io lo metto nel forno chiuso). Prima del riposo il suo aspetto dovrebbe essere più o meno questo: Trascorse le 12 ore il composto si sarà solidificato e apparirà così: Mettere l’impasto su un piano infarinato e, con l’aiuto di un mattarello, stenderlo fino a uno spessore di 4 mm circa; poi ricavare le formine che preferite.
Porre i biscotti, ben distanziati perché crescono parecchio, su una teglia ricoperta di carta forno e cuocere a 180° per 8-10 minuti. Mentre i biscotti si raffreddano, preparare la glassa di zucchero: montare l’albume con qualche goccia di limone e, quando è ben montato (ma non proprio del tutto), aggiungere lo zucchero a velo, un cucchiaio alla volta. Continuare a montare finché lo zucchero sarà ben sciolto. Con l’aiuto di uno stuzzicadenti, decorare a piacere: se avete fatto gli omini divertitevi a fare espressioni e particolari diversi per ognuno, se avete creato stelle, alberelli e simili fate delle decorazioni astratte, oppure delle scritte..lasciate libero spazio alla creatività! Come ultima cosa, fondere a bagnomaria il cioccolato e immergervi il fondo dei biscotti, poi lasciare solidificare poggiando i biscotti a testa in giù. Osservazioni: - Con questi dosi vengono parecchi biscotti..seguitele se di solito fate biscotti per amici, parenti, vicinato ecc..per un uso più ‘intimo’ riducete le quantità. - Ho provato a farli anche con il mix C per dolci della Schär al posto del mix Nutrifree e vengono bene lo stesso. - Se volete utilizzarli come decorazioni per l’albero, prima di infornarli praticate un forellino in cima, un po’ grosso perché se no durante la cottura rischia di chiudersi. Una volta cotti rifiniteli con un bel cordino e appendeteli all’albero con un fiocchetto..poi ricordatevi di mangiarli! - Io con questo impasto faccio solitamente gli omini, ma potete fare tutte le forme che preferite e, se non avete la voglia o la pazienza di fare i decori con la glassa di zucchero, potete semplicemente ricoprirli di cioccolato, saranno buonissimi lo stesso! Ecco due esempi di decori alternativi ai tipici omini, uno più rapido (quello di cioccolato) e uno espressamente pensato per persone molto molto pazienti.. Questi biscotti hanno l’unico difetto di essere un po’ più costosi della media a causa della presenza della farina di castagne, ingrediente che costituisce contemporaneamente il loro difetto e il loro più grande pregio!
Non li faccio molto spesso appunto perché la farina di castagne non è decisamente economica, ma ve lo consiglio se ogni tanto volete farvi un regalo..l’agente Cooper di Twin Peaks sosteneva che bisognasse regalarsi una coccola ogni giorno: questa è la coccola che mi e vi regalo oggi! Ingredienti: (15-20 biscotti) 90 g di farina di castagne 60 g di farina di riso 40 g di fecola di patate 15 g di cacao amaro in polvere 50 g di olio di semi di girasole 65 g di zucchero integrale di canna 90 g di latte di riso (o soia) 9 g di lievito per dolci 6-7 noci 2 cucchiai di uva passa Cornflakes di mais Preparazione: Mettere l’uvetta in ammollo e preparare gli altri ingredienti. In una ciotola mettere le farine con il cacao, il lievito e lo zucchero di canna. A parte mescolare latte di riso e olio, poi unirli agli ingredienti secchi, mescolando con le mani, fino a ottenere un impasto solido (ma comunque morbido)e omogeneo. Unire l’uvetta, dopo averla strizzata, e le noci ridotte a pezzi abbastanza grossolani. Mettere in un piatto i cornflakes e schiacciarli un po’ con il palmo della mano per rompere i pezzi più grossi. Prendere una noce di composto, formare una pallina, appiattirla un po’ e passarla nei cornflakes da entrambi i lati, schiacciando fino a ottenere uno spessore di circa 5 mm. Questi biscotti non crescono molto, perciò la dimensione che gli darete ora sarà quella definitiva. Disporre i biscotti in una teglia ricoperta di carta forno e cuocere a 170°-180° per 20 minuti. Conservare in una scatola di latta chiusa. |
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